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Alimentazione

MALATTIE AUTOIMMUNI: perché dovremmo prenderci cura dell’intestino?

By 16 Gennaio 2025Gennaio 21st, 2025No Comments
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Esiste un’associazione significativa tra le malattie autoimmuni e la salute intestinale. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha rivelato che il sistema immunitario, la flora microbica intestinale e la salute dell’intestino sono strettamente interconnessi. Una disfunzione nell’intestino può influenzare il sistema immunitario, contribuendo o esacerbando anche le patologie autoimmunitarie.

IL RUOLO DELLA PERMEABILITA’ INTETSINALE
La barriera intestinale è un sistema complesso e altamente specializzato che svolge un ruolo fondamentale nel mantenere l’equilibrio tra l’assorbimento di nutrienti e la protezione contro patogeni, tossine e altre sostanze dannose. È formata da diverse strutture che lavorano insieme per garantire la protezione dell’intestino e il corretto funzionamento del sistema immunitario. Tale barriera si compone di vari elementi, tra cui:

Enterociti, cellule epiteliali che si trovano sulla superficie dell’intestino e sono organizzate in una struttura chiamata epitelio intestinale. Le cellule epiteliali formano una parete che separa il lume intestinale dal flusso sanguigno e sono responsabili dell’assorbimento dei nutrienti e dei liquidi agendo come una barriera contro patogeni e altre sostanze potenzialmente dannose. Sono connesse tra loro tramite particolari giunzioni strette. Queste giunzioni sono essenziali per mantenere la selettività della barriera intestinale, ossia permettere il passaggio solo di molecole selezionate, come i nutrienti, impedendo allo stesso tempo il passaggio di batteri, tossine o altre sostanze nocive. Alterazioni a carico di queste giunzioni possono compromettere la permeabilità intestinale permettendo a sostanze indesiderate di passare nel sangue, provocando infiammazione e altre problematiche.

Mucosa intestinale: un sottile strato di muco che riveste la superficie interna dell’intestino e che funge da barriera fisica e chimica: contiene infatti anche anticorpi IgA che aiutano a neutralizzare i batteri e le tossine prima che possano danneggiare l’intestino.

Microbiota intestinale: un ecosistema formato da trilioni di batteri, virus, funghi e altri microrganismi che risiedono nell’intestino umano. Un microbiota sano aiuta a rafforzare la barriera intestinale. Ad esempio, batteri benefici come i lattobacilli e i bifidobatteri possono produrre acidi grassi a catena corta (SCFA), come l’acido butirrico, che nutrono le cellule epiteliali e aiutano a mantenere l’integrità della barriera. Al contrario, uno squilibrio del microbiota (disbiosi) può compromettere la barriera intestinale, portando a un aumento della permeabilità intestinale, infiammazione e alterazione della funzione immunitaria.

– Tessuto linfoide associato all’intestino (GALT: Gut-Associated Lymphoid Tissue). Il GALT comprende strutture come le placche di Peyer (aggregati di linfonodi nelle mucose intestinali) e le cellule immunitarie (come i linfociti e i macrofagi). Quando il sistema immunitario rileva patogeni o sostanze dannose, può attivare risposte infiammatorie o risposte più complesse, come la produzione di anticorpi IgA. La funzione del GALT è cruciale per la difesa contro infezioni senza scatenare reazioni immunitarie eccessive verso alimenti o microbi benigni.

Quando questa barriera perde la sua integrità, fenomeno noto come “leaky gut”, piccole molecole e agenti patogeni possono attraversarla ed entrare nel flusso sanguigno, scatenando risposte immunitarie e infiammatorie.

QUALI FATTORI POSSONO AUMENTARE LA PERMEABILITA’ INTESTINALE?

Alimentazione non equilibrata: l’eccesso di zuccheri e alimenti processati può alterare la composizione del microbiota intestinale favorendo la proliferazione di batteri patogeni a discapito dei batteri benefici. Questo può danneggiare la barriera intestinale e aumentarne la permeabilità. Inoltre, gli acidi grassi saturi e trans possono aumentare l’infiammazione intestinale e compromettere la funzione delle tight junctions.  In soggetti con sensibilità al glutine o celiachia, l’esposizione a questa proteina può danneggiare la mucosa intestinale, promuovendo un aumento della permeabilità. Anche il consumo eccessivo di alcol è noto per danneggiare la mucosa intestinale, ridurre la produzione di muco protettivo e alterare la funzione della barriera intestinale, favorendo inoltre la disbiosi.
Alcuni alimenti, come il latte (specialmente se si è intolleranti al lattosio) e cibi piccanti o molto acidi, possono irritare l’intestino e, se consumati regolarmente, aumentare la permeabilità.

Disbiosi intestinale può portare alla proliferazione di batteri patogeni a scapito di quelli benefici. Questo squilibrio può alterare la funzione della barriera intestinale e aumentare la permeabilità. Oltre che da una dieta scorretta la disbiosi può essere anche provocata dall’utilizzo ripetuto e prolungato di antibiotici

Malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa sono caratterizzate da infiammazione cronica nell’intestino che danneggia la mucosa intestinale e le tight junctions. Questi disturbi possono compromettere la barriera intestinale e aumentare la permeabilità.

Stress cronico ha un impatto diretto sulla salute intestinale alterando la motilità intestinale, aumentando la permeabilità e favorendo la disbiosi.

– Farmaci come antibiotici, antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi e inibitori di pompa ma anche tossine ambientali

infezioni intestinali da batteri, virus, parassiti o da candida

– Esiste anche una predisposizione genetica. Ad esempio, varianti genetiche associate a malattie autoimmuni, come il morbo di Crohn, sono state collegate a una barriera intestinale compromessa.

COME SI DIAGNOSTICA?

In generale, la diagnosi di intestino permeabile si basa su una combinazione di sintomi, storia clinica e test che misurano la permeabilità intestinale, la funzione del microbiota intestinale, e i segni di infiammazione intestinale.
Un test utile è quello della zonulina, una proteina che regola le giunzioni strette tra le cellule intestinali. Il dosaggio della zonulina nel sangue o nelle feci può essere un utile indicatore del livello di permeabilità intestinale. Anche esami del microbiota intestinale possono essere utili per valutare la composizione del microbiota e identificare squilibri che potrebbero contribuire alla permeabilità intestinale.
L’infiammazione intestinale può essere misurata attraverso la valutazione della calprotectina fecale. Un aumento dei suoi livelli nelle feci può indicare infiammazione intestinale, tipica di condizioni come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, che possono danneggiare la barriera intestinale.

LEGAME CON LE MALATTIE AUTOIMMUNI

L’intestino permeabile è un fenomeno che è stato associato a diverse malattie autoimmuni: molti studi suggeriscono che essa possa svolgere un ruolo importante come fattore predisponente o aggravante in queste patologie. Un’aumentata permeabilità, infatti, consente a tossine, microrganismi e particelle alimentari non completamente digerite di attraversare la barriera intestinale ed entrare nel flusso sanguigno. Ciò potrebbe stimolare una risposta immunitaria anomala.

Quando infatti tossine, proteine estranee o microbi attraversano la barriera intestinale compromessa entrando nel sangue, il sistema immunitario risponde attraverso l’attivazione dei linfociti T che possono iniziare ad attaccare i tessuti stessi dell’organismo poiché la risposta immunitaria diventa meno selettiva. Il sistema immunitario può inoltre iniziare a produrre autoanticorpi, cioè anticorpi diretti contro le cellule del corpo.
Quando l’intestino è permeabile, inoltre, vengono rilasciate delle citochine infiammatorie che possono attivare il sistema immunitario e promuovere la cronicizzazione dell’infiammazione, fattore importante in malattie autoimmuni come artrite reumatoide, sclerosi multipla, lupus e malattia di Crohn.

Un altro meccanismo importante è il fenomeno del “mimetismo molecolare” che si verifica quando le molecole estranee che attraversano l’intestino permeabile assomigliano strutturalmente a proteine del corpo umano. In questo caso il sistema immunitario può erroneamente “confondere” i propri tessuti con agenti patogeni a causa di tali somiglianze molecolari, scatenando una risposta immunitaria anomala.

Tra le malattie autoimmuni più frequentemente associate all’intestino permeabile troviamo:

  • Celiachia e sensibilità al glutine non celiaca
  • Colite ulcerosa e Morbo di Chron
  • Artrite reumatoide
  • Lupus eritematoso sistemico (SLE)
  • Sclerosi multipla (SM)
  • Tiroidite autoimmune e Hashimoto

RISTABILIRE L’INTEGRITA’ DI BARRIERA

Trattare l’intestino permeabile richiede un approccio completo. L’obiettivo è quello di ripristinare l’integrità della barriera intestinale, ridurre l’infiammazione e supportare la funzione immunitaria.

La dieta riveste ovviamente un ruolo cruciale e dovrebbe mirare a evitare o ridurre gli alimenti che possono danneggiare l’integrità della barriera intestinale. Tra questi alimenti ricordiamo il glutine (in particolare nei soggetti con diagnosi di celiachia), zuccheri raffinati (come dolci, bibite zuccherate, pane bianco e pasta), alimenti ricchi di grassi saturi e grassi trans (come carne rossa grassa, cibi fritti, e alimenti processati e confezionati) e l’alcol. Andrebbero invece inclusi alimenti ricchi di fibre e antiossidanti, alimenti fermentati come yogurt, kimchi, crauti, kefir, brodo di ossa (ricco di collagene e glicosamminoglicani,  nutrienti utili per riparare la mucosa intestinale e le giunzioni strette delle cellule intestinali), acidi grassi omega-3 (presenti in pesci grassi come salmone, sgombro e sarde) che hanno proprietà antinfiammatorie e aiutano a ridurre l’infiammazione intestinale e a supportare la barriera intestinale.

Occorre inoltre, se necessario, migliorare la composizione del microbiota intestinale attraverso l’impiego degli opportuni probiotici  per ripristinare la flora intestinale sana e migliorare la funzione della barriera intestinale.

È fondamentale poi agire sull’infiammazione intestinale e sistemica. In tal senso può essere utile l’impiego di integratori alimentari a base di Omega-3 (EPA e DHA), curcumina, zinco, glutammina, vitamina D, vitamina A e N-acetilcisteina (NAC).

Condizioni di stress cronico hanno un ruolo significativo sulla permeabilità intestinale. Pratiche come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda possono ridurre i livelli di stress e favorire un miglior equilibrio intestinale. È inoltre necessario integrare nella propria routine l’esercizio fisico moderato, come la semplice camminata, e non per ultimo garantire una buona qualità del sonno.

 

Dott.ssa Francesca Bavosi

 

 

 

BIbliografia

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